Semplici accorgimenti quotidiani

Abbiamo cambiato le finestre per risparmiare un po’ sulla bolletta del gas, cosa giusta e doverosa, anche per l’ambiente.

Le nuove finestre, infatti, sono più isolanti e garantiscono la tenuta all’aria: basta spifferi che muovono le tende.

Non dobbiamo però cadere nel rischio opposto: le nuove finestre, quando sono chiuse, sono chiuse, non lasciano passare nemmeno un po’ di aria, come succedeva prima, quindi dovremo essere noi a ventilare la casa, quando ci fa più comodo, quando c’è un po’ di sole, quando c’è molta umidità in casa.

In casa, infatti noi produciamo molta umidità: la doccia e i panni stesi, il cucinare, le piante, la nostra stessa sudorazione: se non la facciamo mai uscire, prima o poi si creeranno, in certi punti specifici, le condizioni perché si formi la muffa.

Quanto arieggiare? Molto poco, abbastanza spesso. Non dobbiamo congelare le lenzuola o ghiacciare i sanitari, non è il freddo che uccide i batteri. Bastano due-tre minuti a finestre spalancate, magari due volte al giorno, di cui una, in bagno, subito dopo ciascuna doccia.

Quando arieggiare? Sempre, anche quando fuori c’è nebbia, anche quando piove; se fuori fa freddo, l’aria che entra è sempre meno umida di quella che abbiamo in casa. Poi, se preferite aspettare il tiepido sole delle 9 di mattina, meglio; ma se siete in ufficio e non potete aprire alle 9, non evitate.

muffa